Ha frequentato la Scuola di Avviamento a Breganze e mi raccontava di come doveva farsela in bicicletta ogni giorno dal paese, cosa del resto abbastanza normale per quel tempi, “farsela in bicicletta” non certo andare a scuola sino a 15 anni.
Finita la scuola è entrato in quella grande fabbrica che, come altre, attraevano e sradicavano dai campi tante persone. La Laverda Macchine Agricole, un lavoro stabile, all’asciutto, uno stipendio sicuro, i turni erano di 10 ore , ma lavorare a turno gli permetteva di fare “altri lavori.”
Erano gli anni 60, le case di un paese avevano bisogno di tutto, arrivavano le prime lavatrici c’era l’esigenza di modificare gli impianti elettrici ed idraulici. Lui con la sua manualità e tenacia faceva anche il secondo lavoro. Ricordo di averlo aiutato in alcuni casi, mi portava con lui, non ci capivo nulla.
Non so se lui abbia visto qualche possibilità in me o se, per  il rammarico di non avere avuto il  coraggio di mettersi in proprio,  fatto stà che,  spinto da lui , mi sono ritrovato con una partita iva a 18 anni.
Lui intanto continua a lavorare nella “Grande Fabbrica” ma anche quella alla fine va in crisi ed è risucchiata da una più grande, la Fiat Agri.
Le cose  cambiano,  è il periodo delle Economie di Scala, dei tagli ed il personale più esperto costa troppo. Per i meno giovani risulta più difficile restare al passo con le innovazioni, poi la Fiat, probabilmente per incentivare i licenziamenti del personale in esubero, decide di mandare alcuni dipendenti a lavorare tutta la settimana in uno stabilimento Emiliano.
Questo per lui è troppo , “non ce la posso fare: tutti i lunedì via per rientrare il fine settimana.”
La cosa è nata quindi in modo naturale, quasi automatico: “Ti assumo io.” E’ stata la chiusura di un cerchio.
Faccio un lavoro che mi piace e che mi dà soddisfazioni. Questo potrebbe essere il momento di tirare alcune somme, di raccontare di come la mia ditta si sia evoluta nel tempo ma se ripenso a tutti questi anni, la cosa che in automatico mi torna alla mente, guardandomi  indietro,  è ” quella volta che ho assunto mio padre“. Lui è andato in pensione alle mie dipendenze, entrambi ne eravamo contenti.

Faccio questo lavoro da 40 anni. Molto lo devo a mio padre Ismaele.